mercoledì 20 maggio 2015

Inside Out, le nostre neuro-emozioni

di Alberto Carrara, LC

È lo stesso dire “sono emozionato” che “provo un’emozione”? C’è differenza tra emozione e sentimento? Sono semplicemente sinonimi? In questi giorni, dai giornali che riportano il successo a Cannes dell’altro giorno del cartone animato della Pixar intitolato Inside Out, sembrerebbe che i due termini possano interscambiarsi a piacimento. È proprio così?

Cos’è successo a Cannes quest’anno? Cosa c’è in Inside Out di così interessante in ambito neuroscientifico?

Quest’anno l’applauso più forte del festival di Cannes 2015 è stato riservato ad un cartoon, il “gioiello” denominato a proposito Inside Out.

Così descrive la giornata Repubblica: “Risate, commozione, applausi a scena aperta e ovazione finale per un film sulle emozioni che permette allo spettatore di provarle tutte”. Ci si riferisce forse anche al sistema mirror, quello dei famigerati neuroni specchio?


“A presentare il film sulla Croisette oltre al patron della Pixar John Lasseter il regista, premio Oscar per Up, Pete Docter e alcuni dei doppiatori tra cui l’attrice comica presentatrice dei Golden Globe Amy Poehler”.

Da cosa nasce Inside Out? Sembrerebbe proprio dall’esperiena di vita, direi, di paternità, di Lasseter: “Quando ho fatto Up ormai sei anni fa mia figlia Elie aveva nove anni e aveva prestato la voce alla piccola Ellie” spiega il regista, “poi ha compiuto undici anni e all’improvviso è diventata meno energica, più pensierosa e io mi chiedevo che sta succedendo nella sua testa? Da questo semplice interrogativo di padre è nato Inside Out, il tentativo di mostrare al mondo quello che tutti abbiamo vissuto ma mai veramente visto”, cioè le nostre emozioni all’opera!

“Il cartone animato, infatti, come brevemente mostra il trailer in italiano, racconta quel che accade nella testa di una undicenne, Riley, quando insieme ai suoi genitori si trasferisce dal Minnesota a San Francisco.

Tristezza, paura, disgusto, rabbia e gioia si alternano alla console dei suoi sentimenti incarnati in cinque pupazzetti dai colori vivaci”.

Ora si parla di sentimenti... qual’è la differenza con le emozioni?

Una differenza c’è.

Il sentimento, anche detto, stato affettivo, si può definire come l’aspetto puramente soggettivo della vita psichica, che consiste nell’impressione gradevole o sgradevole che essa produce nel soggetto che conosce o appeti­sce, senza esprimere per se stesso alcun rapporto con un oggetto. Come afferma il filosofo Cornelio Fabro: «L’intima natura del sentimento non è oggetto di defi­nizioni, ma di esperienza, perché esso è un prius assoluto che sfugge ad ogni analisi riflessiva e non si lascia descrivere che in modo indiretto» (L’anima. Introduzione al problema dell’uomo, p. 18). Il sentimento indica sol­tanto lo stato del soggetto, per esempio di gioia o di tristez­za, senza riferimento ad oggetto alcuno.

Per esempio, il sentimento di tristezza provocato dalla conoscenza di una malattia grave; possia­mo distinguere perfettamente la notizia conoscitiva, la ten­denza di fuggire dalla malattia prendendo le medicine e lo stato di sconforto e tristezza presente in noi. Il sentimento di tristezza, a differenza degli altri due, non mi presenta nulla di obiettivo fuori di me. Così, pure, alla puntura di uno spillo, possiamo distinguere la notizia tattile che esso lede i tessuti, il movimento con cui mi allontano dallo spil­lo ed il dolore provocato dalla puntura. L’aspetto senti­mentale è costituito dal dolore che viene sperimentato solo dal soggetto che soffre. Il dolore sarà sempre «mio», ed il dolore degli altri sarà conosciuto per analogia al mio dolore.

Lo illustra bene il filosofo Ortega y Gasset quando afferma nel suo  El hombre y la gente «se un altro ha mal di denti, il suo volto, con i muscoli contratti, mi offre lo spettacolo di uno che prova dolore, ma il suo mal di denti non affligge me e, perciò, quello che di lui provo, non assomiglia per niente a quello che provo quan­do il mal di denti ce l’ho io. In fin dei conti, il mal di denti dell’altro è per me una supposizione, un’ipotesi, un dolore presunto. Il mio, al contrario, è indubitabile» (Obras completas, vol. VII, p. 100).

L’emozione è, invece, un sentimento intenso che porta con sé una commozione soma­tica od organica caratteristica.


I sentimenti, infatti, suscitano in noi una reazione tranquilla, che non altera il ritmo né la normalità fisiologica; ma nelle situazioni impreviste sorge l’e­mozione, un sentimento intenso, che modifica il ritmo ed at­tiva la forza muscolare e la secrezione delle ghiandole endo­crine, ad esempio. 

Nessun commento:

Posta un commento