di Alberto Carrara,
LC 
“Nell’epoca
attuale, testimone di un formidabile sviluppo delle facoltà intellettuali, come
dimostrato dai progressi in ogni campo dello scibile umano, il divario tra
facoltà cognitive e capacità emotive è andato aumentando. Le prime hanno
investito l’uomo di un potere quasi assoluto di controllo del globo terrestre,
mentre le seconde sono rimaste al livello di quelle dell’uomo preistorico...
Non il progresso scientifico, ma la maldiretta carica emotiva e l’assenza di un
sistema di valori che regoli il comportamento sono responsabili dello stato di
confusione che è causa della attuale crisi” (Rita Levi-Montalcini, Abbi il
coraggio di conoscere)
Con queste parole, tratte da un suo volumetto
intitolato Abbi il coraggio di conoscere
(BUR, Milano 2004, p. 12), vorrei introdurre questo breve ricordo della
professoressa Rita Levi-Montalcini di
cui oggi ricorre l’anniversario della nascita.
Avrebbe avuto 106 anni
proprio oggi. Nata a Torino il 22 aprile 1909, la scienziata italiana ottenne il Premio
Nobel per la medicina o la fisiologia l’8 dicembre del 1986 presso il
Karolinska Institutet a Stoccolma, insieme a Stanley Cohen, per le loro ricerche e scoperte relative ai “fattori di crescita”,
in particolare al famigerato NGF o fattore di crescita nervoso.
Il suo discorso di quel giorno, ritirando il Premio
Nobel per la Medicina, si intitolava proprio così: Il fattore di crescita nervoso: 35 anni dopo (The Nerve Growth Factor: Thirty-five years later).
L’indimenticabile professoressa si spense il 30
dicembre del 2012. 
L’anno scorso su questo blog un ricordo ne ha tracciato
la vita e i successi, si affermava che Rita, “pur essendo una scienziata e una
esigente ricercatrice, mai ha
dimenticato l’umanità, non ha considerato l’uomo solo come un insieme di
cellule, ma ha sempre riconosciuto in esso, in tutti gli uomini, un qualcosa di speciale, di meraviglioso e di cui
meravigliarsi”. La Montalcini diceva che “rare sono le persone
che usano la mente. Poche coloro che usano il cuore e uniche coloro che usano
entrambi”. 
Nel mondo contemporaneo, lo “stato di
confusione” che fomenta la crisi attuale, per la scienziata torinese non è da
ascriversi al progresso scientifico o neuroscientifico, bensì ad una “maldiretta carica emotiva” e all’ “assenza
di un sistema di valori che regoli il comportamento” umano.
Quanto è attuale il questo suo pensiero. Grazie Rita
per aver avuto il coraggio di conoscere e per stimolarci a continuare il
cammino della vita!



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