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| Immagine dal sito Neuroscience News |
di Alberto Carrara,
LC
“Non
il progresso scientifico, ma la maldiretta carica emotiva e l’assenza di un
sistema di valori che regoli il comportamento sono responsabili dello stato di
confusione che è causa della attuale crisi” (Rita Levi-Montalcini, Abbi il
coraggio di conoscere).
Un nuovo studio neuroscientifico, pubblicato
recentemente sulla rivista Social Cognitive and Affective Neuroscience
(Oxford Journals), ha messo in luce il coinvolgimento di due strutture
cerebrali, rispettivamente lo striato
ventrale (VS) e la corteccia
prefrontale (PFC), nei comportamenti
a rischio negli adolescenti.
Nell’articolo intitolato Mothers know best: redirecting adolescent
reward sensitivity toward safe behavior during risk taking i ricercatori Eva H. Telzer, Nicholas T.
Ichien e Yang Qu,
del dipartimento di Psicologia dell’Università dell’Illinois (USA), hanno
dimostrato il coinvolgimento di due strutture cerebrali deputate al controllo
cognitivo (corteccia prefrontale) e al sistema di ricompensa (conosciuto come “reward
center” o “reward system”) in adolescenti al volante (Social Cognitive and Affective Neuroscience, Published
online March 9 2015 doi:10.1093/scan/nsv026).
Lo studio ha coinvolto soggetti di 14
anni di età e le loro mamme. In una prima situazione l’adolescente guidava la
macchina solo (ovviamente in una simulazione), mentre successivamente ripeteva
il compito (task) con la rispettiva
madre presente.
Soli, gli
adolescenti percepiscono cerebralmente certe decisioni rischise, come passare
un semaforo col giallo, come “gratificanti” e ciò è stato correlato all’attivazione (aumento del segnale BOLD
della risonanza magnetica funzionale correlato ad un aumento del flusso ematico
in quest’area cerebrale, correlato a sua volta in una maggiore attivazione dell’area
specifica) e al coinvolgimento dello striato
ventrale appartenente al sistema di
gratificazione o ricompensa umano.
Quando, invece, la mamma dell’adolescente
si trova al suo fianco alla guida, la situazione cerebrale cambia! Lo striato
ventrale non si attiva più in modo significativo come nella precedente
occasione di solitudine, in questo caso gli adolescenti al segnale giallo,
tendono a frenare e non rischiano di attraversare l’incrocio. Qui ad
intervenire, cioè ad attivarsi in modo significativo, è un’altra area
cerebrale, quella coinvolta maggiormente nel controllo cognitivo, mi riferisco
proprio alla corteccia nostra prefrontale (PFC).
La percentuale di assunzione del rischio
si riduce del 10%, un dato significativo, passando da circa il 55% al 45% in
presenza delle mamme.
Ecco che questo studio rivela il
coinvolgimento e il dialogo tra la corteccia prefrontale e lo striato ventrale
in certi comportamenti rischiosi negli adolescenti.
Dal
punto di vista neurobioetico, questo, e altri numerosi studi
neuroscientifici, ci forniscono dati importanti per comprendere maggiormente l’aspetto “dialogico”, dinamico e plastico
del nostro cervello e perciò l’importanza di un’educazione (NeuroEducation/NeuroCulture)
che integri questi dati neurofunzionali allo scopo di favorire le nostre
facoltà cognitive e “bendirigere” le nostre capacità emotive.
“Nell’epoca attuale, testimone di un
formidabile sviluppo delle facoltà intellettuali, come dimostrato dai progressi
in ogni campo dello scibile umano, il divario tra facoltà cognitive e capacità
emotive è andato aumentando. Le prime hanno investito l’uomo di un potere quasi
assoluto di controllo del globo terrestre, mentre le seconde sono rimaste al
livello di quelle dell’uomo preistorico... Non il progresso scientifico, ma la
maldiretta carica emotiva e l’assenza di un sistema di valori che regoli il
comportamento sono responsabili dello stato di confusione che è causa della
attuale crisi” (Rita Levi-Montalcini,
Abbi il coraggio di conoscere).
Per un riassunto-intervista della pubblicazione, vedi il sito NeuroscienceNews.com.
Per leggere l'abstract di questo lavoro scientifico, vedi qui.




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